venerdì 15 aprile 2011

BANG!!

ROOTS. RADICI.


può avere diversi significati in base al contesto.. può essere la parte deputata ad assorbire sostanze nutritive, il nodo primario di un albero, la parte invariabile di una declinazione, la soluzione di un'operazione matematica, l'origine di una persona.
Vi è insito il senso di vita che nasce e che cresce ma la parte affascinante delle radici è la loro forza: lottano contro la gravità, contro il cemento, contro lo spazio costruito. Nella tavola il concetto è spiegato da un ospite d'eccezione..





ex tempore di mercoledì 13 aprile


giovedì 14 aprile 2011

gli anni dei contesti e dei palinsesti

La "macroarea" storico-temporale che va dal 1978 al 1987 è caratterizzata da una spinta e profonda ricerca storica legata al passato e atta a studiare a fondo l'ambiente in cui sarebbe dovuta crescere la nuova architettura. Questa ricerca nasce dalla consapevolezza che la città ha i suoi limiti ed è sbagliato (o ingiusto?) spingerli all'infinito, ispirandosi a quelle prospettive senza fine alla Hilberseimer.
La città va ripensata, vanno sfruttati tutti gli strati che possiede e ove possibile aggiungere layer. Lontani dalle distese di asfalto e cemento notiamo come la morfologia del luogo diventa una fondamentale impronta digitale, diversa in ogni dove, quindi capace di provocare suggestioni sempre diverse.
CONTESTO è la parola chiave: c'è dentro il luogo, il ruolo che svolgerà l'architettura e lo stato di fatto delle immediate vicinanze. In più la parola contesto ha un'accezione anche sociale e rimanda a ben precisi scenari culturali.
Si è pronti a partire e si parte dal via: Roma, città della stratificazione per eccellenza. Nel 1978, alla mostra "Roma interrotta", sono affidati a 12 notissimi architetti i settori della Nuova Pianta di Roma del Nolli.


Ogni pezzo dovrà essere reinterpretato secondo la sensibilità e la cultura architettonica di ognuno. Alcuni architetti scelgono la sterile via dell'autoreferenzialismo, inserendo parti di loro progetti; altri espongono utopiche ma interessanti teorie. Si distingue il lavoro di Portoghesi che interpreta la formazione dei tessuti urbani come fossero forme naturali simili a radici: emerge il concetto di legame stretto di Roma con il genius loci morfologico e la presenza ineluttabile del paesaggio nella creazione di uno spazio urbano. E' esaltato lo spazio cavo come generatore di sezioni utili a esplorare la stratificazione, quindi la storia, della città.




Fin qui possiamo parlare di archeologia contemporanea (Anselmi) o di stratificazione (Purini), ma è negli anni 80 che sbocciano delle chiavi di lettura più complesse


il PALINSESTO di Peter Eisenman


il concetto su cui ragiona Eisenman è lo sterro archeologico: scoprire storie antiche, disseppellire testimonianze di geometrie perdute o solo immaginate. Le griglie, gli assi, le maglie sono fitte e complesse come un palinsesto medievale (vecchie carte su cui si scriveva cancellando, ma non del tutto, i testi più antichi). Un magnifico esempio è quello dell'edificio per IBA al Checkpoint Charlie (Berlino 1981-85).
Ne l Wexner Center for the Visual Arts aggiunge un altro importantissimo concetto a quello del palinsesto: quello dello spazio "tra" le cose.


IN BETWEEN _ Wexner Center for the Visual Arts
Il programma richiesto (mixitè di uffici, spazi espositivi, collegamenti, servizi, teatro, caffetteria, studi e laboratori) doveva andare a completare un campus universitario già esistente. Invece di utilizzare un lotto libero attiguo ai padiglioni, Eisenman inventa uno spazio tra due edifici, conficcando la costruzione in un luogo che prima non c'era. Così facendo non solo riduce lo spreco di nuove aree, ma attiva un processo di densificazione ed esalta il tema del percorso, insito nell'architettura che doveva realizzare. Cambio repentino di prospettiva: da spazio di risulta a nuovo fulcro. A tenere alta la tensione con l'esistente c'è un reticolo tridimensionale, una rigida ricucitura, una scarnificazione dello spazio che tiene uniti i tre elementi altrimenti disgiunti.
Questa non è che la conferma di quanto un progetto dipenda dal contesto e di quanto l'architettura non possa fare a meno del luogo.







i PAESAGGI RESIDUALI di Frank Gahry


Per Gahry il nuovo ambiente metropolitano è diventato il soggetto: al diffuso atteggiamento "colto" e antitetico al quotidiano degli altri architetti, contrappone il cheapscape. Ovvero un'architettura -costruzione, intesa non nel senso tettonico, ma nel senso materico, quello legato a una certa manualità e capacità di assemblaggio. E' un processo nuovo e a tratti spiazzante: il procedimento di creazione è una sommatoria. Ce inoltre la componente provocatoria: l'architetto parte spesso da figure note a una coscienza collettiva (campanile, tempio, navata) ma non le usa mai in modo risolto, anzi, le mette in crisi.


le TESSITURE di Zaha Hadid


L'origine della logica della Hadid parte dalla pittura, in particolare quella di Paul Klee. L'unità di sfondo e figura nei quadri di Klee ispirano le architetture a fondersi con il paesaggio. Il contesto diventa un unicum organico, una tessitura appunto, per usare un'accezione molto femminile. I piani non sono banalmente sovrapposti ma si modella un unico percorso; sparisce la dicotomia tra edificio e paesaggio, l'architettura viene intesa come nuova naturalità. Da spazio mentale la tessitura si traduce in forma fisica dando origine a una nuova strada che sarà intrapresa da molti negli anni novanta.




http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/conferenze/roma/ininterrotta.htm
http://www.wexarts.org/about/architecture/

sabato 9 aprile 2011

italian experiment

Non molto lontano da Venezia, in mezzo a un'insperata campagna, si aprono una serie di segni contemporanei che infrangono l'idea di gita bucolica fuori porta.
E' la H-FARM, vero e proprio campus di tecnologie: una piccola Silicon Valley italiana formata da laboratori/uffici di questi contadini digitali.
La H-FARM crea e coltiva imprese tecnologiche offrendo un luogo favorevole alla crescita: se hai un'idea buona, qui ti aiutano a svilupparla, diventano tuoi soci e nel giro di tre anni, se tutto funziona, la società viene venduta a un fondo. E tutti ci guadagnano.
Nella farm è stata messa la H di "human" davanti a tutto, perchè è l'uomo il centro del rapporto natura/tecnologia. Gli ospiti vengono ricevuti nell'ex stalla, popolata da vecchi tavoli rustici e citazioni ispirazionali da Winnie the Pooh a Leonardo da Vinci, e gli vengono offerti cibi biologici a km zero.
Veniamo alla struttura: gli spazi sono tutti di recupero e seguono la logica della trasparenza, grandi vetrate senza tende. "Non è un contenitore asettico di lavoro ma un'architettura radicata nel territorio e nella natura, pensata perchè la gente possa vivere e lavorare bene. Non è un finto rustico" racconta Mariano Zanon, progettista dei 3.500 metri quadri. Il restauro è stato giocato al risparmio, dagli impianti a vista ai pavimenti in cemento fino alle coperture in lamiera, le porte zincate, gli arredi basici. I colori sono quelli della terra: variazioni di marroni e rossi, tinte calde e accoglienti, luce gialla soffusa e morbida.
"Non c'è ostentazione, ma il desiderio di essere Supernormal e molto flessibili. Perchè cambiamo spesso." L'ufficio è un open-space giovane e contemporaneo, uguale per capi e stagisti.
E' previsto un futuro ampliamento con il progetto di Aldo Cibic, presentato in Biennale lo scorso settembre. Cresce a vista d'occhio il primo vero esperimento di mixitè italiana.







http://www.h-farmventures.com/

giovedì 7 aprile 2011

work in progress..

cambio di area cambio di prospettiva.
Il nuovo lotto, sebbene molto vicino a quello precedentemente scelto, ha caratteristiche tangibilmente diverse.
Se quello di prima aveva ampio sfogo su almeno tre dei lati, quello attuale si trova strizzato nel costruito, cosa che tende a far cadere il suo "baricentro" verso l'interno e non in facciata.
C'è come una forza centrifuga che attrae dalla strada e calamita verso il fondo. Molto importante anche il rapporto con il palazzo sul bordo sinistro del lotto: porge una parete muta, quasi una richiesta d'aiuto, di coinvolgimento.
Il nuovo compagno di strada è un po' il manifesto dell'architettura "in between", che scava la terra ma non solo, anche lo spazio.
Così facendo connette il fuori con il dentro, il sopra con il sotto, il vecchio con il nuovo.
Quello che voglio creare è un trade d'union tra il terreno (non mero vassoio, ma nido plasticamente fuso con l'edificio) e l'ambiente circostante, un vortice che avvolga le persone in un unicum di natura e costruito.


La progettazione avviene in uno spazio interstiziale: il progetto deve caratterizzare il rapporto tra due situazioni già esistenti e deve diventare il nuovo centro gravitazionale.


Indissolubile è il legame con il "palinsesto": i segni dell'esistente vanno riletti in chiave diversa, secondo un contesto nuovo, che tiene già conto delle modifiche che il progetto è imputato ad attuare.


http://web.tiscali.it/virgilio_oiligriv/lezione_10.htm
foto dal cantiere..



mercoledì 6 aprile 2011

something more

La lotta biologica è utile per limitare gli interventi chimici sempre più costosi e dannosi per l'ambiente.
Si attiva contro i parassiti animali e comprende la protezione dell'equilibrio naturale, lo sfruttamento diretto di parassiti predatori degli animali dannosi.
La protezione si basa essenzialmente sull'impiego oculato dei pesticidi e sul mantenimento delle siepi e di aree non coltivate dove, soprattutto uccelli e mammiferi, possono nidificare e riprodursi.
La vera lotta biologica diretta consiste nel diffondere insetti predatori (es. la coccinella) e parassiti di altri insetti o nell'utilizzare preparati a base di microrganismi che risultano efficaci e non danneggiano insetti utili.


strategie di controllo biologico : http://www.bioplanet.it/it



lunedì 4 aprile 2011

It's time for another farming revolution: SMALLER CHEAPER SUSTAINABLE

READ ME
http://www.thirdmillenniumfarming.com/#!__master-page-2






 

il programma: LOTTA BIOLOGICA

Con la rivoluzione industriale assistiamo a una massiccia migrazione dalla campagna alla città. Dagli anni 30 si è iniziato a vedere la campagna come terra di conquista. Cambio di tendenza, di nuovo: dalla città si scappa per tornare in campagna a respirare. 
Ma cosa fare quando anche la campagna sembra compromessa e priva di quella bellezza esotica e pura, buona come ce la descrive Rousseau (" ogni cosa è buona mentre lascia le mani del Creatore delle cose; ogni cosa degenera nelle mani dell'uomo").
Tornare all' (ormai) impossibile era del buon selvaggio o trovare un compromesso, una particolare mixitè tra città e natura?? Un ritorno al mondo nuovo in cui ognuno può muovere un passo verso l'aiuto e la difesa dell'ambiente. Una nuova rivoluzione.
Da qui nasce l'idea: in un' area che è quel famoso "un po' tutto un po' niente", pregna di componente antropica ma con ancora evidenti le memorie rurali, dove si percepisce un passaggio di stato, ma non si individua lo scatto tra città e campagna, l'allaccio tra uomo e natura è necessario. Occorre un armistizio.
Il programma incarnerà un polo di ricerca, di scambio di idee e di opinioni, di commercio e altre attività, tutte orbitanti attorno al pianeta "ecosistema". Ciò trova una pratica traduzione in allevamenti di insetti utili alla coltivazione, a laboratori di ricerca per la cura di malattie parassitarie che flagellano vegetazione e raccolti, a luogo di sensibilizzazione e informazione. Mediante l'ecologia privata ogni cittadino è chiamato a fare qualcosa per l'ecosistema, contribuendo a riportare la natura alla sua preziosa bellezza.
Gli agricoltori sono tornati alla città con un mix di conoscenze fra ingegneria, biologia e botanica: è questa la concezione di agricoltura del terzo millennio.


http://www.genitronsviluppo.com/2011/01/13/third-millenium-farming-agricoltura-urbana/